La falloplastica per l’aumento del pene è una procedura utilizzata per incrementare le dimensioni del membro maschile, in lunghezza ma anche in spessore.
Anche le persone che vogliono cambiare sesso, dette transgender, possono ricorrere a un intervento di falloplastica. In questo caso si parla di falloplastica ftm, acronimo di “female to male”, ovvero da femminile a maschile.
In questo caso, l’operazione riguarda la costruzione di un vero e proprio membro che sia funzionale ed esteticamente simile a un pene biologico maschile. Questa falloplastica “transgender” può comportare la rimozione delle parti genitali femminili esistenti, l’utilizzo di tessuti donatori, come la pelle prelevata da altre parti del corpo, e la creazione di una neo-uretra per consentire la minzione.
Naturalmente, si tratta di un’operazione chirurgica e, come tale, può avere controindicazioni e problemi, a prescindere dalla condizione da cui si parte e dalla ragione per cui la si richiede. Vediamo a grandi linee in cosa consiste.
La falloplastica nell’erezione: prima e dopo
Come abbiamo visto, oltre che per chi vuole cambiare sesso, la falloplastica è consigliata per le persone che desiderano un allungamento del membro maschile, come ad esempio:
- chi è affetto da micropenia;
- chi si trova in una condizione non patologica, ma le cui dimensioni sono inferiori a quelle della media nazionale.
È però importante sapere che, soprattutto per quanto riguarda la lunghezza, questo incremento riguarda solo il pene a riposo, e non incide sull’erezione. Infatti, quello che è definito “allungamento” è piuttosto un “avanzamento”, nel senso che la base del pene viene spostata in avanti grazie a un’incisione su un legamento.
Il procedimento potrebbe causare un accrescimento delle dimensioni o del volume: in questa circostanza si verifica un trasferimento di parti di tessuto adiposo prelevate dallo stesso individuo dopo una piccola estrazione. In pratica, si tratta di un metodo di sottrazione del grasso o, più specificamente, di un’operazione di rimodellamento del corpo, che può essere svolta nella zona genitale o nel glande.
Inoltre, esiste un’altra opzione non-invasiva per ottenere un aumento, che consiste nell’utilizzo di un filler a base di acido ialuronico cross-linkato, da eseguire con anestesia locale. Tuttavia, l’effetto in questo caso è solo temporaneo, poiché il prodotto iniettato viene metabolizzato in un periodo che varia tra 9 e 15 mesi.
Tuttavia, anche l’allargamento e/o l’aumento della circonferenza chirurgico presenta qualche problema in termini di durata dei risultati, perché può accadere che dopo qualche tempo parte del grasso iniettato venga riassorbito. In questo caso, però, si tratta di al massimo del 30% del tessuto adiposo iniettato, che potrebbe essere riassorbito entro i primi mesi post operatori.
Risultati della falloplastica in erezione
Dopo l’operazione di falloplastica, in generale, è consigliabile attendere almeno un mese per riprendere l’attività sessuale, ed essere consapevoli che ne serviranno almeno altri 3 o 4 perché i risultati dell’allungamento siano effettivamente riscontrabili a vista.
Inoltre, bisogna comunque ricordare che parliamo di pene a riposo: a seconda delle caratteristiche anatomiche e personali e anche della procedura utilizzata, l’aumento della lunghezza del può variare dai 2 ai 4/5 centimetri.
In conclusione, chi decide di optare per una falloplastica deve sapere che si tratta di un intervento estetico, e che non incide sulla potenza dell’erezione: i centimetri ottenuti con l’allungamento del pene saranno visibili, di fatto, solo a riposo, e anche l’angolo dell’erezione rimarrà identico.